01 Giu SERGEJ GLINKOV
Un viaggio nella profondità del paesaggio di Sergej Glinkov. Frammenti di cupole luminose, filari di pini intervallati da rovine antiche: i dipinti di Glinkov ci conducono nel territorio dove si consuma il dualismo tra densità e fluidità della materia.
Giovedì 13 giugno alle ore 18, la GALLERIA IL SOLE è lieta di presentare il nuovo progetto pittorico di Sergej Glinkov, “D’IMPROVVISO”. L’artista, originario di Kiev e formatosi a Venezia, espone per la terza volta alla Galleria Il Sole, a cui è legato da 10 anni di collaborazione, con una mostra che racconta e riassume questi fertili anni attraverso la sua pittura di paesaggio, intensa e profonda.
In mostra verranno esposte 30 opere, olii su tela di grande e piccolo formato, con un’attenzione particolare verso il paesaggio romano, testimoniato dalla presenza di un numero cospicuo di dipinti dedicati alle vedute intorno all’Appia Antica, con i tipici filari di pini che riempiono maestosamente l’orizzonte.
L’uomo è assente ma si può ritrovarne il riflesso nella persistenza della memoria al di là del tempo.
“Dipingere un quadro figurativo per me significa trovare una forma precisa, sgomberare la tela da qualsiasi altra forma che possa interferire con quella che desidero vedere apparire. Significa togliere caos, dare un ordine alle cose.” (…) Per fare questo, ricorro ai mezzi dell’astrazione, in primo luogo a quelli della pittura gestuale e dell’espressionismo astratto.” (Sergej Glinkov)
Nelle sue opere Il colore si concentra e si sfalda, conferendo alla rappresentazione una forza espressionista e gestuale, che prende forma nei solchi e nelle sgocciolature, nei grumi e negli schizzi, come se il paesaggio trasudasse spirito e materia e manifestasse un’urgenza: rivelare la propria trasformazione nel tempo.
“L’atto di dipingere senz’altro è tempo. Si lavora accumulando e scavando strati di materia pittorica, quasi fosse una scultura, o una sorta di bassorilievo. Il soggetto attraversa un lungo processo di demolizione e ricostruzione fino all’istante in cui assume la sua forma precisa. (…) Se penso alle mie pennellate come a un flusso luminoso che investe la scena rappresentata nel mio dipinto e permea la materia pittorica di cui esso è fatto, allora, forse, posso affermare di fare pittura.” (Sergej Glinkov)