Con la mostra “Rosa Mundi” festeggiamo 25 anni dalla prima opera che Massimo Catalani ha dedicato al simbolo per eccellenza della bellezza: la Rosa. Una mostra che ripercorre questa lungo innamoramento in un viaggio visivo e sensoriale che trasforma ogni petalo in una narrazione, ogni sfumatura di colore in un’emozione.
Le Rose di Massimo Catalani sono “ballerine roteanti su una scena, offerte alla luce di un desiderio di amore dove la bellezza diventa un atto di resistenza”. Con queste parole di François Finzi, introduciamo la mostra dedicata ad un fiore iconico, archetipo misterioso e intrigante della passione e della bellezza fugace: la rosa, che domina centralmente lo spazio sfidando il nostro sguardo, rivelando il suo potere universale di ispirare e commuovere.
L’artista romano le realizza con una tecnica particolare, una miscela di acqua, vinavil e una selezione di terre, sabbie o polveri di marmo, finemente setacciate, applicata con una spatolina sulla tavola. A questa emulsione viene aggiunto in alcune opere, un sale luminescente che si carica alla luce e la rilascia al buio, compiendo una magia sensoriale inaspettata. In alcuni lavori, i fondi sabbiosi sono dorati o argentati, lasciando che il fiore esploda con i suoi cromatismi accesi, una sinfonia visiva che oscilla tra sfumature di rosso cremisi, rosa, fucsia, arancio fiammeggiante e giallo dorato.
Massimo Catalani, annotava Vincenzo Cerami in uno scritto a lui dedicato, “passa il tempo più tra sassi e sabbie, come un cercatore d’oro, che davanti alle tele” alla ricerca della materia prima con cui produrre un suo lessico della bellezza; rose, architetture, ortaggi, galline, sono fatte della stessa pasta, provengono dalla stessa natura, le gerarchie tradizionali si annullano per unire in un abbraccio estetico la complessità delle forme naturali e artificiali.
Nel percorso espositivo, oltre alle opere uniche, verrà presentata una nuova edizione di opere riprodotte su alluminio, a tiratura limitata.